Il borgo di San Michele è un gioiellino incastonato su un piccolo poggio fra Piazza al Serchio e Nicciano e conserva resti di fortificazioni, viottoli pavimentati, un antico ponte in pietra, case rustiche e palazzi di origine medievale.
La sua esistenza è attestata da documenti fin dall'883, avendo avuto, con molta probabilità, origine all'epoca dell'invasione longobarda. Nel 1200 il borgo finì sotto la giurisdizione di Lucca, in seguito fu annesso alla Vicaria di Camporgiano e ne seguì il tortuoso destino contraddistinto da continue liti fra Lucchesi, Pisani, Fiorentini e i Malaspina e gli Estensi fino al marzo 1860.
Diviso in due parti dal torrente Acqua Bianca, in epoca medioevale possedeva un castello situato sulla riva destra del fiume. Inizialmente aveva la funzione di torre adibita anche ad abitazione, ma nel 1100 venne rafforzato con la costruzione di una cinta muraria e di una rocca e fino al 1700 subì altri ampliamenti e ristrutturazioni.
La chiesa dedicata al Santo che da nome al borgo, probabilmente di origine longobarda, è citata per la prima volta in documenti del 1584 come piccolo oratorio, trasformato nel 1792 in chiesa parrocchiale.
Di notevole importanza e bellezza architettonica è il ponte in pietra, di origine trecentesca, il cui unico arco collega le due parti del paese. Una volta questo viadotto era di proprietà dei nobili Malaspina, allora feudatari.